00 29/11/2008 20:38
Ciao a tutti, vi trasmetto la presentazione inviata da Andrea Argiolas.
Andrea mi ha chiesto di inserire questo suo documento nel forum della canoa polo italiana e io son felice di farlo. Andrea è il vero fondatore della canoa sarda e sebbene il suo lavoro di tecnico e dirigente fosse rivolto prevalentemente alla canoa olimpica, ha sempre incentivato i polisti e se ora io, riccardo ibba e tantissimi altri polisti in attività lavoriamo nel settore polo il merito è suo.
da oltre 30 anni lavora per la canoa sarda e ora da quattro anni ha messo a disposizione della federazione il suo grande bagaglio di competenza sul campo, passione sconfinata e capacità organizzative.
saluti. anto pilia
..................................
Cari amici,
il prossimo 6 dicembre la Federazione sarà chiamata a rinnovare le sue cariche nazionali. tratterà di un momento importante, nel quale verrà deciso chi, per i prossimi quattro anni, terrà il timone della Canoa italiana. Ma quella sarà la sede in cui la base rappresentata avrà lo spazio per far emergere i problemi, i bisogni e le aspettative di tutto il movimento, nonché esprimere le proprie indicazioni sui programmi futuri: guida e vincolo per chi uscirà eletto dall’Assemblea.
Potrebbe apparire una banalità fare un esplicito richiamo alle competenze del massimo organo statutario. Ricordare questi adempimenti, invece, a me appare quanto mai opportuno, perché sottende la necessità di spostare l’attenzione dalle strategie tipiche della disputa elettorale e connesse alla scelta dei nomi, alle questioni di merito. Almeno quest’anno, in cui i toni della competizione elettorale sembrerebbero meno accesi, anche in considerazione dell’unica candidatura alla Presidenza, rinnovando comunque una personale propensione, mi piacerebbe che la discussione si spostasse decisamente sulle cose fatte, sulla loro valutazione e sui programmi futuri, insomma sugli aspetti concreti della vita federale, che poi ritengo siano quelli che più coinvolgono le società, gli atleti, i tecnici e i tesserati tutti.
Quattro anni di mandato
Nel quadriennio partito nel febbraio del 2005, caratterizzato da un costante sviluppo di tutti i settori e dall’andamento sempre in crescita di molti fondamentali indicatori (tesserati, attività sportiva, promozione, risultati agonistici, corsi di formazione, ecc.), ho svolto attivamente il mio compito di consigliere, partecipando, a tutto campo, alla vita federale e fornendo un contributo alle attività strategiche ed organizzative e presenziando sempre a tutte le riunioni del Consiglio nazionale.
Personalmente sono stato il responsabile del settore Juniores/acqua piatta e del Centro studi ricerca e formazione. Per maggiore chiarezza, ricordo che con l’atto di assegnare la responsabilità, a differenza del passato, nel quale esistevano solo i referenti, il presidente Buonfiglio ha di fatto rilasciato una delega ad operare e creato delle strutture dotate di autonomia gestionale. Nell’ambito del mio mandato ed in aggiunta alle menzionate responsabilità, ho seguito inoltre direttamente la nascita dei Centri di riferimento tecnico regionale, il College universitario di Pavia, le attività dei disabili e, per quanto riguarda gli aspetti della formazione, i Maestri di canoa.
Schematicamente, ad integrazione di quanto riportato nella relazione tecnico morale del Presidente, vorrei approfondire alcuni aspetti delle attività connesse alla mio mandato.
Centro studi ricerca e formazione
Questa struttura, chiamata a svolgere un ruolo importante nel quadro generale delle finalità di crescita, ha beneficiato di notevoli attenzioni ed investimenti, facendo registrare un significativo incremento degli stanziamenti finanziari e un rafforzamento delle risorse umane coinvolte.
Tutti gli obiettivi programmati a livello di formazione sono stati ampiamente raggiunti e il numero di corsi organizzato sia a livello centrale che territoriale, non ha termini di paragone con il passato. Inoltre, le attività hanno toccato tutti i possibili campi d’azione: dirigenti (due corsi nazionali e un seminario); tecnici (due corsi allenatori e tantissimi corsi istruttori ed allievi istruttori, organizzati con ampia autonomia dai comitati regionali); maestri (ripresi i corsi dopo dieci anni e con la differenziazione tra fiume e mare); disabili (un corso di formatori per sviluppare il programma riservato alla specializzazione dei tecnici).
In linea con i progetti iniziali è stata più volte integrata la “guida alla formazione”: il vademecum delle attività didattiche non poteva che seguire ed adeguarsi ai sopravvenuti bisogni di crescita e alle indicazioni via via emerse nel corso delle riunioni dei gruppi di lavoro chiamati ad operare all’interno del Centro studi.
Non meno importanti sono state le attenzioni e le risorse dedicate allo studio, all’aggiornamento e alla ricerca. Attraverso i protocolli con le Università e alcuni istituti di ricerca e sperimentazione, come l’INSEAN (Vasca navale), è stato portato avanti un programma per noi innovativo e che merita di essere ulteriormente incoraggiato: nello sport moderno ormai nulla è lasciato al caso e i successi sono determinati da tante variabili, da controllare il più possibile. Molti sono i lavori avviati e portati a termine e tra i più significativi, anche perché pienamente integrati con le attività delle squadre nazionali, ricordo quelli realizzati insieme al Corso di laurea in scienze motorie dell’ Università di Tor Vergata e alla già citata INSEAN.
Non minore cura è stata dedicata alla divulgazione e alla condivisione delle conoscenze scientifiche, tecniche e metodologiche di base o acquisite attraverso i lavori di studio e ricerca avviati. Questo è lo scopo con cui è stata ripresa, dopo oltre quattro anni di sosta, la pubblicazione della rivista tecnica federale “Nuova Canoa Ricerca” e aperto ex-novo sul sito internet federale un apposito spazio, chiamato “Canoa kayak on-line”, per la pubblicazione di numerosi articoli, documenti e altri contributi provenienti dai nostri tecnici.

Settore juniores e Squadre nazionali
Nell’ambito del mio coinvolgimento diretto nei settori agonistici, ho lavorato, insieme al Presidente e al Vice presidente Ruggero Degregori all’impianto organizzativo delle squadre nazionali di tutto il settore velocità e maratona. E, anche in questo caso, si è avviata un’esperienza a dir poco innovativa e, ancora una volta, finalizzata a coinvolgere gran parte delle diverse “anime” della Canoa italiana. Non è stato facile gestire questo ambizioso programma, che ha messo a dura prova le nostre capacità organizzative e di mediazione, ma che ha portato consistenti risultati in ogni disciplina e in ogni categoria.
L’analisi, a questo punto, dovrebbe prevedere la menzione di risultati e medaglie, ma considerato che sono sotto gli occhi di tutti, ritengo utile, ancora una volta, ricordare che i meriti per queste prestazioni sono soprattutto ascrivibili al talento degli atleti, alla loro voglia di vincere, al lavoro e alle competenze dei loro tecnici societari e dei nostri tecnici delle squadre nazionali. Tuttavia, qualsiasi valutazione non può prescindere dalla considerazione che il continuum e l’escalation dei risultati ottenuti dai nostri ragazzi non è stata una casualità, ma il frutto di un lavoro scientemente suddiviso in settori e competenze. Un lavoro che, sul piano tecnico, ha permesso di ottimizzare i vari interventi e, sul versante organizzativo direzionale, ha favorito l’attenzione federale verso i bisogni di ognuno: non è un caso che i ragazzi in medaglia ai Campionati europei e ai mondiali juniores del 2005 e ai campionati europei “under 23” del 2006, li ritroviamo qualificati e protagonisti a Pechino. Queste strategie devono necessariamente proseguire, così da capitalizzare, anche in vista di Londra 2012, le medaglie e i titoli conquistati nel 2007 e nel 2008 e, incrociando le dita, quelle che verranno nelle prossime annate.
Un altro punto da porre in evidenza e specifico dei settori ragazzi e juniores è rappresentato dall’imponente lavoro di base finalizzato a sviluppare le attività del Kayak (maschile e femminile) e della Canadese. Lavoro che ha visto la piena integrazione tra le attività centrali e quelle territoriali (Centri di Rifermento e Poli di Specializzazione) e il coinvolgimento di numerosi tecnici societari, nonché dei formatori regionali, con lo scopo di avviare un generalizzato programma di supporto e formazione.
Perché intendo rinnovare il mio impegno
Dal quadro che precede ritengo che emerga l’impegno, il tanto lavoro e l’incrollabile volontà, tesa a superare le problematiche e il raggiungimento degli obiettivi. Chi mi conosce sa quanto, a tutto campo, abbia messo a disposizione la mia esperienza di atleta, di tecnico, di dirigente e anche di semplice appassionato canoista: un insieme di ruoli che mi ha permesso di non perdere mai di vista le necessità, i bisogni e gli aspetti concreti collegati alle nostre attività. Il mio operato è sempre stato indirizzato alla ricerca della sostanza e del risultato, senza calcoli di sorta o inutili bizantinismi.
Oggi, come quattro anni fa, rinnovo il mio impegno con le stesse motivazioni, lo stesso entusiasmo e lo stesso desiderio di mettermi in gioco. Ma rispetto alla mia prima candidatura c’è in più la spinta a completare un’azione intrapresa e la consapevolezza di avere gli strumenti e le competenze necessarie. Questa sicurezza, che non significa spavalderia o eccesso di ottimismo, deriva dalla constatazione che sussistono tutte le condizioni per proseguire, con grande spirito di servizio, questa azione di crescita.
Le mie “Indicazioni programmatiche”
La conferma di un Presidente come Luciano Buonfiglio, che ha saputo valorizzare quanti, come me, hanno voluto mettersi in gioco con spirito leale e costruttivo, per me rappresenta la principale fonte di certezza, il punto imprescindibile dal quale partire. Le sue doti organizzative e manageriali sono una risorsa per tutti e tutti dobbiamo e dovremmo lavorare con lui per il bene del nostro amatissimo sport.
Nel rinnovare il mio impegno, comunque ritengo doveroso precisare che lo faccio per continuare nell’opera di coinvolgimento di tutti e soprattutto di quanti ancora avvertono il bisogno di sentirsi rappresentati. Il riferimento non è solo alle componenti tecniche poco valorizzate, ma riguarda tutti i settori di attività che, per tanti motivi, non hanno avuto ancora i giusti spazi e che invece sono e sempre più dovranno diventare una risorsa per tutta la federazione.
Una proposta specifica per il Centro studi ricerca e formazione
Nel concludere questo mio personale contributo alle discussioni che precedono l’assemblea, vorrei fornire alcuni spunti più dettagliati su come impostare le attività di una struttura fondamentale per gran parte delle attività e per molti settori della vita federale.
Considerato che uno dei nostri principali obiettivi è quello di incrementare sensibilmente il numero delle società cosiddette strutturate, ossia complete di infrastrutture, mezzi e organizzazione adeguata ad un ottimale sviluppo del nostro sport, le attività di formazione rappresentano uno degli strumenti fondamentali per raggiungere tale scopo. Riteniamo, infatti, che non possa esserci uno sviluppo reale delle attività di base, senza un’adeguata crescita di tutte le sue componenti e queste condizioni di crescita non possono che coinvolgere direttamente chi opera all’interno delle nostre società. Il riferimento esplicito è rivolto ai nostri tecnici, ai dirigenti e, se pensiamo alle attività promozionali, anche ai Maestri.
In questi quattro anni le attività svolte hanno registrato un notevole incremento anche in termini di investimenti. Nel prossimo quadriennio, questa spinta non dovrà interrompersi, ma addirittura dovrà aumentare nella sostanza e nella qualità. Infatti, siamo convinti che la crisi che attraversa l’economia globale, inevitabilmente avrà riflessi anche nel mondo dello sport e pertanto dobbiamo prepararci ad affrontare queste nuove difficoltà con consapevolezza e capacità organizzative. A tale scopo, sviluppare le conoscenze e le competenze rappresenta una garanzia di efficienza ed efficacia delle nostre azioni, caratteristiche basilari per ottimizzare le risorse.
Gli interventi previsti dovrebbero partire da una ulteriore revisione del documento fondamentale del Centro studi, la Guida alla formazione. Qui, dopo un adeguato coinvolgimento dei formatori nazionali e regionali, dovranno essere inseriti i percorsi formativi e i contenuti dei corsi per Maestri e Dirigenti. Inoltre, si dovrà ancora intervenire sulle attività didattiche relative ai nostri quadri tecnici tradizionali, compresi i tecnici specializzati per i disabili.
Non meno importante sarà la prosecuzione delle attività comunque connesse alla formazione, come lo studio, la ricerca e lo sviluppo di sinergie capaci di migliorare la qualità dei nostri interventi. Il riferimento è rivolto al mondo accademico e degli enti di ricerca (come la Vasca navale - INSEAN). Ma soprattutto, riguarda il processo di piena integrazione tra le attività del Centro studi e di quei settori, come le squadre nazionali, dove realmente viene fatta sperimentazione sul campo. La stessa cura per migliorare il processo di integrazione e comunicazione dovrà coinvolgere le strutture territoriali alle quali, con sempre maggiore autonomia, dovrà essere demandata la formazione di base.
Considerato che disponiamo di un Centro federale perfettamente funzionale, anche sotto l’aspetto logistico, alle esigenze della formazione, dovrà definitivamente prendere corpo l’idea di creare presso il nostro Centro una scuola permanente di formazione con uno staff consolidato di docenti. Oggi, più che mai, quest’idea rappresenta un obiettivo auspicabile e possibile.
Far crescere la formazione e la ricerca non rappresenta una spesa fine a sé stessa, ma un grande investimento.
Con queste parole, che spero foriere di sviluppo, crescita e successo vi saluto tutti con amicizia
Andrea Argiolas